É arrivata la fine per Airbnb con la Local law 18?
Airbnb e simili potrebbero cambiare definitivamente volto a seguito della Local law 18 introdotta di recente.
A New York è stata ufficialmente introdotta la nuova Local law 18, una legge che a suo modo andrà ad impattare le attività di affitto breve che si erano sviluppate nel corso di questi ultimi anni. Società quindi come Airbnb in primis (si dice sia proprio una legge contro l’azienda californiana) sono e verrano colpite da questa novità il cui unico grande scopo è quello di andare a contrastare la bolla immobiliare che si sta vivendo nelle grandi città degli Stati Uniti.
Ma che cos’è questa nuova legge Local law 18 entrata in vigore?
La Local law 18 punta di fatto a limitare l’uso di Airbnb attraverso due semplici imposizioni. Per prima cosa l’ospitante si dovrà registrare presso il comune dichiarandosi come tale. In secondo luogo dovrà abitare l’immobile durante il soggiorno degli ospiti, i quali potranno essere un massimo di due per unità abitativa.
Si capisce subito come venga meno in questo caso tutta quel settore di mercato che si è creato con gli affitti gestiti a distanza ed in remoto da tantissimi imprenditori. Addio ai check-in automatici e/o al non vedere mai il proprietario della casa. Qui, per la legge, ci dovrà essere un minimo di rapporto non a distanza. Inoltre la limitazione a due soli ospiti tagli direttamente fuori tutti coloro che affittavano grandi loft o appartamenti con 3/4 camere da letto permettendo anche l’arrivo di 10/12 persone per volta. Ma pensiamo ad esempio ad un banale “affitta camere”, ora, stando alla legge, non potrebbe più esistere. Possiamo quindi dire addio agli addii al nubilato in roboanti appartamenti in pieno centro, alle accoglienti case con due o tre camere da letto vicino ai musei o più banalmente a coloro che davano la possibilità di affittare la propria abitazione nei fine settimana in cui si era fuori città.
Attenzione che non si tratta di un divieto per Airbnb e simili. Infatti, come sottolineato dalle autorità, questa legge viene introdotta per limitare l’uso di tali servizi e non impedirne la regolare attività. Di fatto, la stesa Airbnb invece si è già espressa comunicando come per loro sia un vero e proprio ban imposto senza alcun preavviso e/o un tavolo di discussione costruttivo.
Al momento la situazione è circoscritto a New York ma non si sa se verrà estesa, a breve, anche in altre città.
In Italia invece? Occhio a Milano.
Occhio davvero e non lo dico con superficialità. I primi ammiccamenti ci sono già stati con il Governo il quale si è detto molto interessato dalla questione specie in quelle grandi città in cui la situazione degli affitti è letteralmente fuori controllo. Qualcuno ha detto Milano per caso? Il rischio è davvero quello di tagliare fuori tanti piccoli imprenditori che con gli affitti brevi oggi ci campano. Dall’altra parte però c’è anche la volontà di far tornare a cifre umani i canoni di locazione che hanno raggiunto cifre insostenibili in alcuni contesti. Se i risultati saranno buoni, mi aspetto un bel copia ed incolla anche qui.
Ammetto che sarei d’accordo in parte con una decisione del genere. Il mercato è fatto sempre dall’incontro fra la domanda e l’offerta, per cui parla da solo. Se c’è richiesta, io posso (e non devo) alzare il prezzo. Poi subentra il buonsenso su cui mi trovate pienamente d’accordo. O anche la volontà o necessità di non voler comprare casa ed affrontare questi costi o quella specie di decisione per tanti di noi. Per cui io, con quale autorità posso negare o limitare l’attività di impresa a soggetti che guadagnano in questo modo? Subentra la parte etica di ognuno di noi qui su cui saremo tutti in disaccordo. Spiace dirlo ma è così.