Il più grosso errore che feci da giornalista
Fino a qualche anno fa ero un giornalista freelance e commisi più di qualche errore purtroppo.
Sono passati ormai diversi anni da quando smisi di fare il giornalista. Iniziai nel 2011 con il primo blog di tecnologia che mi diede non poche soddisfazioni per poi lanciare il mio grande amore nonché colui che mi fece perdere il sonno. instanews.it. progetto chiuso, venduto e con una fit che, fatta post covid, mi ha lasciato anche contento e felice devo dire.
A metà circa della mia carriera, dovetti prendere una decisione. Dovevo scegliere se proseguire con le mie gambe o se continuare con una grande realtà italiana. Scelsi la seconda rimanendo però ancorato a quella che era anche la mia posizione personale. Questo mix, ahimè, portò solamente a problemi che mi tagliarono completamente fuori dal mondo della sfera tecnologica italiana limitandomi ad essere un semplice numero di una semplice azienda ma a partita iva, quindi senza nemmeno tutti i vantaggi del caso. Andò avanti questa situazione per quasi due anni a mezzo e devo dire che mi sono tolto vari sfizi oltre ad aver perso poi tanti soldi. Non capivo cosa fosse la stabilità economica, mentale soprattutto derivata da uno stipendio vero. Non capii subito i problemi dell’accordo che stipulai, o meglio della lettera di incarico che presi perché di questo si trattava. Quella scelta in realtà mi portò più denaro, non fisso ma variabile, ma persi tutto ciò che avevo costruito negli anni da quando avevo iniziato nel 2011.
Ad un certo punto si pose il problema di una chiamata da parte della concorrenza. Non volevano un’esclusiva, ma un aiuto ogni tanto. Mi sarebbe piaciuto, era una testata che avevo sempre seguito e che stimavo molto per il lavoro svolto. Mi sentivo onorato e molto estasiato da questa scelta. Chiesi il permesso anche se non doveva essere necessaria e mi fu negato. Non capii in quel momento che stavo sbagliando a far passare quel treno e che, essendo un freelance a partita iva, io potevo in realtà fare un po’ come mi pareva. Anzi se proprio devo essere onesto il mio “datore di lavoro” non era altro che un approfittatore della situazione che, non assumendo me ed i miei collaboratori, ma trattandoci come lavori occasionali diciamo che aggirava un po’ il sistema lavorativo italiano, come sempre no?
A conti fatti, quando fui cacciato per motivi economici proprio in mese prima dell’arrivo del covid, capii tutto e tante cose. Chiaramente ero cambiato, maturato ed avevo compreso tantissimi aspetti che in precedenza nemmeno mi immaginavo.
Se volete intraprendere quella strada, state certi che sicuramente non è un mondo facile e che ci sono tantissimi squali. Tuttavia a me è sempre rimasto nel cuore, ma non vi fate mai mettere i piedi in testa. Se stringete delle collaborazioni univoche allora siete vincolati, ma che ci sia un pezzo di carta scritto altrimenti ragazzi di che cosa stiamo parlando?
Questo post è stato interamente scritta dal mio MacBook Air M1.
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